Ripartiamo dalle origini
L’associazionismo è in crisi: una crisi profonda che investe non solo i Club Lions, ma anche tutte le associazioni di tipo religioso, sportivo, culturale. Si manifesta con la diminuzione del numero dei soci, ma in realtà la caratteristica più sostanziale è la sostituzione del modello partecipativo e solidaristico con quello individualistico.
Per quanto riguarda in particolare il Lions Club, bisogna ripartire dalle origini: raccontare in modo nuovo il messaggio di Melvin Jones e adattarlo ai bisogni e alle esigenze della nostra società moderna, una società con problemi che sicuramente non sono più quelli di 100 anni fa, perché è una società globalizzata, multiculturale, una società che sta vivendo una profonda crisi di identità. Bisogna partire da un cammino comune di condivisione delle nostre radici, delle nostre esperienze, delle nostre sofferenze e difficoltà personali e vivere attivamente i nostri Service, espressione dei nostri valori.
Su richiesta del Coordinatore del mio Service, al fine di far conoscere attraverso un documento finale le varie attività del Distretto, ho contattato telefonicamente la maggior parte dei Coordinatori dei Service distrettuali e, con mia grande sorpresa, ho scoperto delle splendide realtà. Ogni persona mi ha raccontato la storia del Service che coordina trasmettendomi le proprie emozioni, i risultati raggiunti con tanta fatica e la voglia di continuare con costanza, con forza, con determinazione.
Ho potuto conoscere Soci che da anni portano avanti con entusiasmo e con instancabile determinazione i loro progetti. La loro opera alla fine si stacca dalla formale appartenenza al Lions e diventa un grande atto di umanità e di servizio verso l’ultimo, il povero, il disabile, il debole, il fragile, l’emarginato. Nei loro racconti ho colto spesso la delusione per avere portato avanti da soli, talvolta senza il supporto degli altri componenti del gruppo, la missione loro affidata.
Ma cosa li spinge a perseverare, a continuare questo loro compito? Sono proprio quei valori lionistici di solidarietà e di servizio verso gli altri che sono il fondamento, le radici poste 100 anni fa, radici tanto profonde e resistenti che continuano a dare vitalità a una pianta centenaria che è il Lions Club International. Queste radici trovano un humus favorevole proprio in queste persone di buona volontà che anche se non sono numerose, sono tanto forti da portare bene avanti il Sistema.
Penso che per rilanciare al meglio i nostri Club, bisognerebbe ascoltare tali esperienze dalla voce diretta di chi ci lavora, con la testimonianza anche di qualche beneficiario. E’ la nostra attività che deve parlare e che deve riconquistare prima di tutto noi Lions e poi le persone che ci guardano dal di fuori.
Nella narrazione le emozioni trovano il mezzo più efficace di espressione. Il discorso narrativo permette di rendere comprensibile, comunicabile e ricordabile il vissuto. La narrazione non è un semplice resoconto o una lista di eventi, ma è la capacità di raccontare e di raccontarsi, coinvolgendo fortemente la dimensione affettiva e motivazionale del lettore o dell’ascoltatore e scatenando varie emozioni: la curiosità, l’interesse, il divertimento, la gioia.
Anche i Lions finora hanno vissuto di un patrimonio di storie, che hanno conquistato le generazioni precedenti. Ricominciamo allora da una comunicazione dei Soci sulle esperienze personali. Non accontentiamoci dei rapportini finali che prevedono un applauso doveroso; chiediamo noi personalmente di far parte di un gruppo secondo le nostre vocazioni e viviamo il nostro lionismo con coerenza ed entusiasmo; facciamolo nei Club, facciamolo nel Distretto e soprattutto facciamolo con gli altri condividendo con loro le nostre emozioni.
Poiché l’entusiasmo è contagioso, ci saranno Soci, forse meno numerosi, ma più attivi e responsabili, pronti a compartecipare e a far rifiorire le radici lionistiche per una nuova grande primavera.