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Tre frati cappuccini, morti durante la seconda guerra mondiale, commemorati a Rovereto

La cerimonia semplice e toccante sponsorizzata dal Lions Club Rovereto San Marco

Da tempo nel gruppo Alpini “F Filzi” di  Rovereto serpeggiava l’idea di ricordare tre cappellani militari, frati cappuccini trentini che, chiamati alle armi nel secondo conflitto con gli alpini,  non fecero più ritorno a casa.

Si trattava di  “P. Josephus  a Roncono sac. cappellanus militum” di anni 32 morto in Montenegro il 1.12. 1941, di  “P. Laurentinus a Paternione sac cappellanus militum” di anni 36 morto a Nicolajevka il 26.1 1943 e di  “P. Leo a Brusaco sac cappellanus militum”  di anni 30 morto in Russia il 17.3.1943  come compare, ancora scritto in latino, nel Necrologium Fratrum minorum Capuccinorum  Provinciae Tridentinae S.Crucis.

In particolare, Padre Leone, è stato citato da Giulio Bedeschi nel suo celebre “Centomila gavette di ghiaccio” ricordandolo come quel frate che quando depose l’abito francescano – come scrisse alla sorella – lo tolse “con un bacio e due lacrime”.

Il Lions Club San Marco di Rovereto, guidato all’epoca da Marisa Perenzoni, aveva raccolto la proposta degli alpini per la sponsorizzazione dell’iniziativa che è arrivata a conclusione quest’anno con la posa di una targa a ricordo del sacrificio dei tre religiosi che resterà per sempre scolpito nel giardino del gruppo Alpini F. Filzi.

Con una semplice, ma suggestiva cerimonia il cappuccino padre Nilo, unitamente al delegato dell’Ordinario Militare il cappellano militare dei Carabinieri don Masiero, ha benedetto  il  piccolo bronzo. Erano presenti il Vice Sindaco di Rovereto, il Ten Col Giuseppe Margoni Direttore del Sacrario Militare di Asiago, le autorità militari cittadine, i Sindaci dei comuni di origine dei frati, alcuni loro parenti e tanti soci Lions.

Antonio Arman, attuale presidente del Club San Marco, e il capogruppo degli alpini hanno deposto una corona d’alloro al suono di una tromba che intonava le note del “silenzio”.

Colonna sonora dell’intero evento è stato il coro Pasubio di Vallarsa, diretto dal m.o Ivan Cobbe, che riviveva quel doloroso periodo con i toccanti canti di Bepi De Marzi.

Grande è stato l’apprezzamento degli alpini per l’aiuto del Lions Club San Marco che, come ha detto Antonio  Arman, “sarà sempre disponibile a sostenere iniziative così sentite dalla comunità“.