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I Leo, la formazione e la comunicazione

I Leo, la formazione e la comunicazione

Negli ultimi anni, caratterizzati, inutile negarlo, da una costante riduzione dei soci Leo e Lions a livello multidistrettuale, si è fatta sempre più pressante la necessità di una strategia comune ed integrata per “trattenere” i soci presenti, attraverso una difficile opera di formazione e motivazione, e per coinvolgere “nuove leve”.

Nel mondo Leo, probabilmente, questo risulta essere meno complesso. La capacità nell’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazioni, sicuramente più congeniali alle giovani generazioni, così come la più spontanea capacità relazionale che contraddistingue i ragazzi, sono certamente un valido aiuto nello scavalcare le barriere della diffidenza che dividono il mondo “esterno” dal leonismo.

Una volta conosciute le attività promosse da noi Leo, tante persone si ricredono a sposano i nostri ideali. Ma come avvicinarsi alla comunità? Come far capire che non siamo quelli delle cravatte che trascorrono le serate a base di musica, ricchi premi e cotillon?

Indubbiamente, si sta prendendo sempre più coscienza dell’importanza della formazione interna dei soci, fondamento per una miglior strategia comunicativa verso l’esterno, finalizzata a promuovere le nostre attività di servizio e ad ampliare il numero (e la qualità) degli associati.

Personalmente credo che non vi sia miglior formazione per i soci della convivialità, dell’incontrarsi e scambiare idee ed opinioni, del trovarsi per un paio di volte e reputarsi già amici. Quant’è bello incontrarsi a casa di un socio davanti ad un ottimo piatto di pasta e trascorrere la giornata a programmare attività divertendosi?

Non serve a nulla sapere quali siano i confini territoriali del Distretto Ta1 o quali siano le funzioni del Revisione dei Conti se prima non ci si sente parte di un gruppo affiatato, unito e coeso.

Partendo dall’amicizia, poi, attraverso le molteplici attività rivolte al pubblico (come la vendita degli ormai proverbiali pandorini), i service e la loro pubblicizzazione sui social network, la condivisione di messaggi, l’inoltro di chiamate in cellulari che, spesso, diventano roventi, la pubblicazione sui giornali locali di articoli aventi ad oggetto un risultato raggiunto con impegno e dedizione, il passo per trasmettere agli altri quello che facciamo e le emozioni che proviamo nel farlo è presto fatto.

Il nostro miglior biglietto da visita, in conclusione, siamo noi stessi. Non v’è comunicazione migliore di essere e risultare un gruppo unito, che lavora con sintonia. Non v’è gioia più grande del riscontrare che in tanti stanno comprendendo come il “fare gruppo” sia l’architrave, la chiave di volta della nostra associazione.

 

Alberto Tiziani