Il progresso dell’umanità
L’umanità, nonostante tutto, sceglie sempre il libero progresso.
Non ci pensiamo quasi mai, ma nel mondo ci sono opere e progetti che stanno per realizzarsi sotto i nostri occhi e che stanno “ rivoluzionando “ pacificamente il nostro vivere, generando relazioni, lavoro, benessere, in sintesi nuovo progresso.
Vedi il ponte Hong Kong – Zhahai – Macau che collegherà le tre maggiori città cinesi unendo comodamente più di 42 milioni di persone, o l’ampliamento del Canale di Panama, concluso lo scorso giugno, con un investimento di quasi 6 Mld di dollari e che ha dato lavoro a 40 mila persone, o la diga di Itaipu sul confine tra Brasile e Paraguay, la più grande del mondo che genera 90 Twh terawattora e che fornisce il 75% dell’energia del Paraguay e il 25% di quella del Brasile, o il parco fotovoltaico di Jasper, in Sud Africa, che produce ben 180 mila Mwh megawattora fornendo energia a quasi 100 mila abitazioni, o la ferrovia costiera tra Lagos e Calabar di ben 1400 km in costruendo sulla base di un contratto stipulato tra Nigeria e Cina, o lo straordinario South – North Water Transfer Project di oltre 100 Mld di dollari con cui la Cina sposterà 1275 milioni di metri cubi di acqua dal fiume Yangtze alle zone meno fertili settentrionali del Paese, o il più vicino a noi tunnel di ben 57 chilometri del San Gottardo, aperto la scorsa estate, il più profondo tunnel al mondo e che permette l’attraversamento delle Alpi in velocità e in modalità senza precedenti.
Sono solo alcuni concreti esempi, di molti altri potremmo parlare. Progetti certamente straordinari, risultati concreti delle capacità e delle risorse che costantemente l’essere umano può e sa mettere in campo. La globalizzazione ha certamente procurato qualche malanno, sappiamo quanto sia stata forse troppo veloce per l’umanità, ma non vi è alcun dubbio che negli ultimi 25 / 30 anni ha liberato dall’estrema povertà e da un’infausta emarginazione più di un miliardo di persone. Ha saputo offrire una più diffusa istruzione, ha dato nuove opportunità di lavoro, ha creato accordi politici internazionali impensabili fino a pochi anni fa, ha messo in relazione tra loro popoli, costumi e credenze in maniera irreversibile e, pertanto, quanto mai positiva.
Sono certamente cambiamenti innanzi ai quali l’uomo, come un qualsiasi animale, può trovarsi talvolta impreparato. Da qui nascono timori, sospetti, pregiudizi e paure. Ma deve sempre prevalere la consapevolezza che è l’unico modo per vincere le molte povertà e le ingiustificate discriminazioni tuttora presenti sul nostro pianeta. Ci vuole coraggio, servono visioni di medio – lungo termine, dobbiamo animarci di rinnovata determinazione nel condividere nuove progettualità. Con l’incessante cammino della scienza e della tecnica l’uomo ha saputo progredire, ha saputo proteggersi dalle paure, ha saputo intravedere la luce laddove questa fosse stata offuscata. La politica deve necessariamente nutrirsi sempre di tutto questo.
Chiudo, pensando al mio Trentino, alla mia Rovereto, che, nonostante una situazione complessivamente positiva, talvolta in questi anni hanno temuto e temono i celeri cambiamenti, i contagi e le relazioni con altre comunità viciniore, che alcune importanti infrastrutture potrebbero mettere felicemente in moto. Forse ci vorrà ancora del tempo, in fondo siamo apprezzati montanari, il tempo sarà comunque attento testimone e giudice imparziale.