Longevità, un ruolo nuovo nella società di domani
è il tema di studio nazionale 2025-2026 scelto dai Lions italiani
Organizzatori
“Longevità, un ruolo nuovo nella società di domani” è il tema di studio Lions del Multidistretto 108 per l’anno 2025-26 e ha l’obbiettivo di valorizzare la terza età promuovendo l’invecchiamento attivo.
Nel ventunesimo secolo stiamo assistendo a una ridistribuzione demografica senza precedenti. Oggi, in Italia gli ultra65enni rappresentano circa il 24,7% della popolazione, come indicato dai dati Istat per il 2025 e l’Italia è quinta nel mondo per aspettativa di vita con una media di 84,01; le proiezioni per il 2050 indicano una aspettativa di vita di 83,5 anni per gli uomini e 87,0 anni per le donne (Italian GBD Initiative)* e la quota di ultra65enni ammonterà a 35,9% della popolazione totale.
Nascono i “Longennials”, anziani attivi e longevi, un neologismo nato negli Stati Uniti e ora diffuso anche in Italia, che indica una nuova generazione di persone attive e longeve, ultrasessantenni, che portano la loro esperienza e le loro competenze nel mondo del lavoro e nella società e che rifiutano l’idea di un invecchiamento passivo.
Partendo da tale premessa ci chiediamo che cosa si intende oggi per longevità? E’ solo una aspettativa di vita? La longevità secondo la nuova definizione è “L’estensione della vita con un focus sulla qualità della stessa, non solo sulla sua durata.” (AI Overview).
Da che cosa dipende la longevità? E’ solo una caratteristica ereditaria legata al nostro patrimonio genetico o dipende dall’ambiente? Negli ultimi decenni studi epidemiologici, clinici e genetici hanno dimostrato che le condizioni ambientali e lo stile di vita quotidiano incidono per il 75% sulla nostra quantità e qualità della vita e solo per il 25% dipende dalla genetica.
E’ stato ormai ampiamente dimostrato che accanto al genoma, l’insieme dei geni che compone il nostro DNA, c’è l’epigenetica, la scienza che studia come l’ambiente e le scelte di vita possano influenzare l’espressione dei geni. Mentre il genoma si mantiene costante per tutta la vita, l’epigenetica modula o inibisce l’attivazione o la disattivazione dei geni senza alterarne la sequenza genetica. Ciò significa che il DNA non è arbitro del nostro destino ma lo siamo noi, il nostro stile di vita e l’ambiente in cui viviamo.
Da ciò si evince che l’aspettativa vera non è la semplice longevità ma è una longevità “sana” per una buona qualità di vita ottenibile con un corretto stile di vita al fine di prevenire le patologie croniche invalidanti (malattie cardiovascolari, respiratorie o renali croniche, diabete, tumori). Promuovere prevenzione attraverso educazione sanitaria e diagnosi precoci delle malattie croniche è la vera rivoluzione che sicuramente migliora la durata della nostra vita sana e ha effetti positivi sulla famiglia, sull’economia del Paese e sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
La terza età non è una malattia e deve anzi apparire come una fase di libertà e di realizzazione individuale.
Alla luce di questo discorso bisognerà rivedere un concetto negativo della vecchiaia che margina gli anziani e priva la società del loro patrimonio di esperienza, energia e talento.
Ancora oggi la vecchiaia è considerata un peso per la società poiché si devono trovare le risorse necessarie per fornire reddito agli anziani, per provvedere alla loro salute, per sostenere le istituzioni. Penso che confondere la minoranza degli anziani che hanno gravi problemi di disabilità con la totalità delle persone in età da pensione è un dannoso retaggio del passato.
Noi Lions dobbiamo attivare un circolo virtuoso a beneficio della qualità di vita degli anziani che hanno un ruolo fondamentale sull’economia e sull’ welfare dell’intero paese. L’incremento della longevità è un dono che rappresenta un’opportunità per tutti, individui e imprese e favorisce il sociale attraverso il volontariato.
Gli obbiettivi che il tema di studio nazionale si pone sono:1) analizzare il fenomeno della longevità nella società moderna.2) studiare la sostenibilità 3) verificare l’importanza sociale 4) contribuire a stabilire il giusto ruolo dei longevi nella società futura.
Cosa possiamo fare come Distretto: 1) Organizzare convegni rivolti al pubblico con la presenza di esperti del settore 2) raccogliere le risultanze dei lavori svolti a livello distrettuale e dei singoli club del distretto.3) Collaborare alla realizzazione del convegno a livello nazionale o di altri tipi di eventi Lions sul tema di studio.
Antonio Dezio
*Rete di ricercatori e istituzioni accademiche italiane che collaborano al progetto del Global Burden of Disease Study , un’analisi globale del carico di malattie e dei relativi fattori di rischio a livello mondiale.